Pharmaelle e Bologna Lions Rugby: insieme per sostenere la lotta contro la fibrosi cistica ed educare ad un corretto stile di vita
Un gemellaggio virtuoso è quello nato tra la casa farmaceutica Pharmaelle e il Bologna Lions Rugby Asd. Tali gemellaggi nascono da obiettivi complementari condivisi, affinché i sogni assumano contorni sempre più reali e parlino il linguaggio del miglioramento possibile della qualità della vita.
“Il sostegno al Bologna Lions Rugby – sottolinea Roberto Vico, Ceo Pharmaelle – rientra nelle nostre azioni sistematiche a sostegno della lotta contro la fibrosi cistica, attraverso la promozione di un corretto stile di vita che valorizzi l’attività fisica, compresa quella sportiva, capace di migliorare le prestazioni muscolari e cardio-respiratorie e favorire la rimozione dei secreti bronchiali. Un corretto stile di vita che contempli anche una dieta arricchita con il necessario apporto vitaminico adeguatamente bilanciato”.
In una nota della Società Italiana per lo studio della Fibrosi Cistica (SIFC) quest’ultima raccomanda ai pazienti «di impostare un training adeguato, perché una regolare e controllata attività fisica è in grado di agire positivamente sulla capacità di esercizio, sulla forza e sulla massa dei muscoli, sulla sensazione di benessere e sulla qualità di vita del paziente. […] L’aumento della profondità del respiro stimola i muscoli inspiratori e distribuisce l’aria diffusamente anche in zone poco ventilate a riposo. L’esercizio diventa così anche un complemento per la rimozione di secrezioni bronchiali». Per promuovere uno stile di vita sano, dunque, niente di meglio che ritrovare il senso del proprio equilibrio psico-fisico grazie alla pratica di uno sport sano, connotato dall’autodisciplina e della condivisione autentica di momenti significativi, su un campo da rugby. Una condivisione che unisce trasversalmente ragazzi, famiglie, compagni di squadra e avversari.
“Mi sono reso conto – racconta Alberto Alberghini, tra i promotori del progetto Oratorium 4.0 –che spesso il clima familiare di molti ragazzi era caratterizzato da una mancanza di comunicazione e dall’assenza di momenti condivisi, nonché dall’impossibilità di praticare uno sport sano”.
Da qui l’idea da parte di quattro ex rugbisti (Alberto Alberghini, Giorgio Biavati, Pierino Chiarini e Aldo Pizzi), fautori della cultura del rugby di base, di creare un’opportunità concreta di crescita sana e di sviluppo identitario per bambini e ragazzi.
Un sogno “coltivato” all’insegna del cambiamento che vuole rendere nuovamente protagonista il gioco di squadra e non l’agonismo sfrenato che, a dieci anni di distanza, ha dato vita a una squadra che gioca a livello giovanile: il Collegium franchigia di Bologna.
Ma rimane una consapevolezza, vale a dire quella che spesso giocare a rugby è reso difficile dalla lontananza dei campi e dalla scarsità delle società di settore: dalla necessità di trovare un “posto sicuro”, vicino e disponibile in una fascia oraria che consenta a tutta la famiglia di partecipare, arriva l’occasione nel 2015, grazie a Don Andrea Grillenzoni, parroco della Parrocchia Nostra Signora della Pace di Bologna, che mette a disposizione il proprio campo in oratorio, in disuso da oltre dieci anni.
Nasce così il Birra Stadium: nevralgica, in tal senso la collaborazione con la Curia e con il Centro Sportivo Italiano di Bologna.
“L’ubicazione – spiega Alberghini – è cruciale. Infatti, siamo in una zona che fa da ’cerniera’ tra la provincia ed il pieno centro di Bologna. Questo ci permette di promuovere la reciproca conoscenza e di far giocare insieme bambini e ragazzi anche molto distanti tra di loro, come estrazione sociale e background culturale, che altrimenti avrebbero poche occasioni, o addirittura nessuna, di contatto”.
“Vogliamo riportare l’oratorio – spiega Alberghini – ad essere visibile e da vivere. Ad essere punto di riferimento con una serie di attività.”